venerdì 31 agosto 2007

Giusi Dottini a Teleroma56

Prima parte dell'intervista a Giusi Dottini, autrice di "Danzando con i propri demoni" su Teleroma56

mercoledì 11 aprile 2007

Eppur ci siamo!


Libri che parlano di libri senza editori
di
Raffaele Calafiore
Cinquemila editori presi d'assalto da piu' o meno un milione di aspiranti scrittori. Lettori latitanti. I best seller e il print on demad. Editoria a pagamento si/no. La libertà di espressione ed il pensiero unico. Il libro di qualità e le concentrazioni editoriali. Tutti temi che infervorano a vario titolo gli addetti ai lavori ed i lettori (pochi) incalliti.Tutte domande valide e questioni alte. Sicuramente, a patto però che non si perda di vista l'evoluzione del mercato editoriale. Come in altri paesi anche in Italia, a partire dagli anni 80, c'è stato un drastico riassetto, caratterizzato dalle concentrazioni delle sigle editoriali in gruppi industriali sempre più forti (gruppi con interessi nei vari campi merceologici dove l'editoria in alcuni casi rappresenta solo una esigua percentuale rispetto a tutto il resto), che, nell'operazione di accorpamento e razionalizzazione dei costi, spesso hanno sacrificato l'aspetto puramente culturale che è attinente proprio al libro. All'editore e ai suoi stretti collaboratori che ne determinavano la linea editoriale, si sono affiancati i manager, spesso provenienti da altri settori, col preciso mandato di far quadrare i conti prima ed ampliare i margini di redditività subito dopo. Il massimo risultato col minimo sforzo, vecchia regola sempre valida nelle società capitalistiche e che oggi investe per intero anche il settore libro. Ma è questa una regola che poco calza al settore librario, sebbene l'editoria non può sottrarsi alle regole imprenditoriali di far quadrare i conti.E' questo un aspetto ben individuato nel pamphlet di Schiffrin André "Editoria senza editori", Bollati Boringhieri, 2000 dove viene analizzata la parabola discendente del libro di qualità negli Stati Uniti. Una realtà apparentemente lontana per ampiezza di mercato ed operatori ma che porta in sé una dinamica riscontrabile, in un'epoca di comunicazione globale, anche in Italia. Il testo è preceduto dalla presentazione di Alfredo Salsano che ci regala un'acuta analisi del mercato editoriale italiano: dai grandi gruppi editoriali alle librerie indipendenti passando per la perdita di qualità dei contenuti, oltre che degli spazi di praticabilità per porre idee a confronto.E' quello delle idee a confronto e della libera circolazione del pensiero, oltre l'ostacolo legato alla pubblicazione materiale di un libro, un problema che attiene anche alla distribuzione, cioè a tutti quei passaggi che portano un libro dalla tipografia a contatto col consumatore finale, lasciando poi a lui la scelta di acquistarlo o meno. O perlomeno così dovrebbe essere. Problemi che apparentemente riguardano il settore librario, al pari di un qualunque altro settore merceologico ma che, per caratteristiche del prodotto, attengono sicuramente ad un problema più ampio: la democrazia.E' in questa problematica che si colloca il secondo libro scelto per questa rubrica: " Editoria condizionata" di Janine e Greg Brémond, Edizioni Sylvetre Bonnard, 2003.Uscito in Francia nel 2002 è stato riadattato dagli autori per l'edizione italiana e denuncia come le concentrazioni editoriali e le soluzioni di mercato finiscano per condizionare quelle scelte più propriamente culturali, oltre a porre il problema reale del controllo dell'informazione (quando la concentrazione diventa oligopolio), e quindi del funzionamento delle democrazie.Di altro tono è invece l'escursus nei ricordi di famiglia di Carlo Feltrinelli "Senior service", Feltrinelli, 2001, interessante ricostruzione dell'editoria italiana negli anni '50 e '60 attraverso la figura di Giangiacomo Feltrinelli: l'infanzia, il dopoguerra, la militanza nel Partito Comunista Italiano, la Cooperativa del libro Popolare, la nascita della casa editrice, il caso "Dottor Zivago". I libri "osceni" e quelli "necessari".
Fonte: www.nonsoloparole.com/paroledicarta/librisenzaeditori.htm

lunedì 26 febbraio 2007

A proposito di Napoli, Paspokaz e demenze varie...


A Proposito di: "Napoli, piena emergenza criminalità", "il caso Napoli", "Napoli sotto i riflettori", "a Napoli si spara..." ,"a Napoli si muore...", ma si nasce anche, "a Napoli si ride", "Napoli siamo noi","fuggire da Napoli..." "tornare a Napoli", "torna a Surriento...", tra i tanti libri seriosi, anzi diciamo pure seri, che analizzano la città ed il fenomeno camorristico nella sua espressione militare e finanziaria... ma anche altri che guardano all'espetto storico e sociale, o semplicemente di cronaca, è uscito un altro libro, a dicembre, un po' piu' in sordina rispetto agli altri, che anche dice la sua su Napoli. Il libro è quello che vedete in copertina, sì, proprio quello, ed ha per titolo "Le avventure di Paspokaz" di Bruno Esposito. Un libro spietato, a tratti cinico ma pregno di ironia. Una drammatica ironia che, come ha detto Saviano, ti induce ad una smorfia che rimane stampata sul volto. Una smorfia di dolore. Ed è proprio l' ironia che oggi andrebbe recuperata, per poter ancora guardare avanti, e sperare, ma non solo sperare, ridere, sorridere e allo stesso tempo fare qualcosa per superare l'empasse... la prostrazione in cui la città vive. Chi è Paspokaz? ma, PASPOKAZ SIAMO NOI!
Noi che abbiamo permesso alla politica di non dare risposte ai bisogni reali della gente, noi che abbiamo permesso ai clan di allungare le mani anche nelle piu' misere puteche (leggi piccole botteghe), noi che abbiamo permesso che tenessero sotto scacco e sotto controllo interi quartieri ... sempre piu' allo sfascio, che fungevano poi da serbatoio per la manovalanza criminale, noi che abbiamo permesso ai boss, una volta accumulato tanto denaro...ma tanto, che lo portassero fuori, altrove per ripulirlo in in abito grigio con investimenti degni di questo nome, lasciando sul territorio, al territorio, solo il fetore della paura, delle discariche abusive, delle nefandezze a cui abbiamo assistito e nuove miserie da cui attingere, oltre che quel maledetto modello culturale del potere esibito, dell'arrognaza fatta legge, a cui i giovanissimi, senza un adeguata formazione critica, senza una adeguata alternativa reale, senza piu' spazio per i sogni, attingeranno a piene mani, per divenire gli aspiranti boss di domani, unico "sogno" a cui potrebbe valere la pena di aspirare. Paspokaz siamo noi, nel nostro non condividere i valori, facendo sì che la legge del piu' forte prendesse piede... e mettesse radici e divenisse essa stessa, l'assenza di valore condiviso, il nuovo valore riconosciuto.
Ma i libro di Esposito diverte anche, come solo i napoletani sanno far divertire parlando delle proprie tragedie. E forse il pregio dell'opera, sta proprio nel voler ribadire: abbiamo perso la libertà di scegliere, di decidere di vivere tranquillamente... riprendiamoci la libertà di sorridere, anche parlando di cose serie... e partiamo da quello.
Paspokaz...veramente siamo noi?

Benvenuto


Benvevuto sul Blog Non HO Parole.com

a cura della redazione di NonSoloParole Edizioni


Una voce in piu' nel marasma indefinito della comunicazione web ma che confidiamo possa assumere una sua connotazione critica rispetto a quanto succede intorno a noi, rivolgendo l'attenzione verso quelle notizie e accadimenti minori che spesso passano sotto silenzio dei grandi media... ma non solo!
Commentare liberamente la barbarie ed il silenzio assordante che spesso ci avvolge, o il frastuono delle tante...troppe parole, e farlo con ironia...partendo da noi stessi.
Gli aggiornamenti e gli inserimenti in questo Blog non avranno cadenza regolare ma saranno alimentati essenzialmente dal bisogno di commentare quanto di peggio...o di meglio accade intorno a noi.
Abbiamo inteso liberalizzare i commenti su questo Blog, confidando nel buon senso di tutti affinchè non ci sia solo solo il vuoto delle ingiurie o delle parolacce fini a se stesse, per ripetersi poi all'infinito NonHoParole... solo, NON HO PAROLE!

Il desiderio... è che ci siano parole e pensieri, degni di condivisione e confronto. Le parole...del desiderio.